Non è facile quando si è genitori trovare la giusta misura per stare vicino al proprio figlio o alla propria figlia. Vicini a sufficienza perché sentano che ci siamo, che siamo una presenza sicura a cui fare riferimento, ma al tempo stesso abbastanza lontani perché possano provarsi e sperimentarsi in modo autonomo. Vorremmo proteggerli ma anche dare loro spazio affinché imparino a muoversi sicuri nel mondo.

In questa ricerca della giusta distanza, ci stanno tutte le paure del mondo, loro e nostre.

Quello che a volte ci dimentichiamo è che abbiamo a nostra portata una risorsa preziosa per aiutarli ad affrontare le novità e le piccole e grandi ansie di ogni giorno: il gioco. E più di tutti il gioco del “far finta”.

Il linguaggio simbolico permette il collegamento tra emozioni e razionalità ed è in questo passaggio che il bambino acquisisce strumenti importanti per la propria crescita e aumenta la sua autostima. Lawrence J. Cohen, nel suo libro Le paure segrete dei bambini, mette al centro il gioco come uno dei modi migliori per riconnettersi con i propri figli, non chiedendo loro di venire nel nostro mondo ma andando noi nel loro.

Immergendoci con loro nel gioco del “come se” possiamo accogliere i loro vissuti e, insieme, sperimentare creativamente possibili soluzioni. Possiamo accogliere le loro paure, i loro sentimenti, le loro difficoltà, mostrando empatia e comprensione. Come? Una mamma era all’acquario. La vista delle rane pescatrici stava visibilmente agitando il suo bambino di 3 anni. Avrebbe potuto dirgli “Non avere paura, non possono farci niente”. Invece ha prontamente proposto: “Hai paura che ci mangino? Dai! Mangiamole noi!” e hanno iniziato a giocare a rincorrerle per mangiarle.

Nel gioco anche il buio può diventare amico: può essere popolato di mostri ed esseri spaventosi, ma può anche diventare un luogo da esplorare, armati di torce, lanterne e piccole luci. L’artista Hervé Tullet ha creato tre meravigliosi libri-gioco che ruotano intorno al concetto di luce, buio e ombra (Il gioco della luce, Il gioco delle ombre, Il gioco del buio, Hervé Tullet, Phaidon – L’Ippocampo Ragazzi, 2018). Sono albi che aprono a genitori e bambini la possibilità di giocare insieme e condividere emozioni. Un modo per fare esperienza di come in una situazione spaventosa, possa in realtà nascondersi anche la possibilità del piacere, del divertimento e della sorpresa.

Nella storia dell’umanità il buio rappresenta la perdita della consapevolezza e dell’orientamento, il luogo da cui emergono mostri e pericoli, il nulla, come non può spaventarci? Allo stesso tempo, in tutti i miti della creazione l’oscurità è il principio da cui tutto si genera.

Non a caso nell’arte il nero è usato come gioco di rimandi alla solennità, all’introspezione e allo svelamento. Un esempio possono essere i Murali di Seagram di Rothko che giocano proprio sulla sovrapposizione di colori scuri per creare soggezione ma anche rassicurazione, un senso di claustrofobia ma anche di mistero, descritti da qualcuno “come guardare nella testa di un altro”.

Nella visione di Kandisky il nero è simile al cielo rivelatore di stelle: è l’opportunità di far emergere il colore e di celebrarlo nelle forme astratte che per l’artista avevano richiami spirituali e musicali. Il nero per Kandinsky rappresentava il senso della fine, il silenzio su cui ogni colore risalta. L’ultimo quadro che dipinge, a 73 anni, si intitola “Composition X” ed è una tela completamente nera su cui si stagliano forme multicolori: non trasmette una visione cupa piuttosto sembra una festa, un grande divertimento senza regole, armonioso e leggero.

Così l’hanno interpretato anche i bambini che attraverso l’app Artoo hanno condiviso con noi il loro punto di vista sull’opera: nero e buio che rivelano sogni, mongolfiere, stelle filanti, alieni e asteroidi, luci, quadrifogli, bambole, palle, razzi e astronavi…

Su queste straordinarie reazioni al quadro di Kandinsky abbiamo costruito la storia dell’ultimo libro di Artoo & Margherita “La meraviglia del buio” per raccontare ai più piccoli, proprio attraverso il gioco, l’arte e l’immaginario dell’orso Artoo, che anche quello che ci fa paura a volte può rivelarsi sorprendente e inaspettato.

In fondo, ciò di cui tutti abbiamo bisogno è qualcuno che ci stia vicino, che accolga le nostre paure, rassicurandoci e mostrandoci che c’è un’altra faccia della medaglia. Qualcuno che ci inviti ad andare oltre la nostra paura. Che ci dia fiducia. Non solo con le parole ma attraverso quei meravigliosi spazi di relazione e vicinanza che sono il gioco e le storie.

 

Suggerimenti libri

Per i piccoli

Il gioco della luce, Il gioco delle ombre, Il gioco del buio, Hervé Tullet, Phaidon – L’Ippocampo Ragazzi, 2018)
Giochi di luce, Lyz Boyd, Terre di mezzo, 2017
Luci nella notte, Lena Sjöberg, Camelozampa 2020
Questo è il buio, Gianna Braghin (Autore), Vessela Nikolova (Illustratore), Bacchilega Junior, 2012

Per i grandi

Le paure segrete dei bambini. Come capire e aiutare i bambini ansiosi ed agitati. Lawrence J. Cohen e Grazia Maria Torasso, Feltrinelli, 2017
Ma dove vanno a dormire di notte le farfalle, Sara Marconi, Caissa Italia, Editore, 2021
Bambini e paure, Evi Crotti e Alberto Magni. Edizioni Red!, 2002