L’argomento è delicato e ne sentiamo parlare e dibattere molto da diversi punti di vista: non stupisce che genitori ed educatori si destreggino con difficoltà tra teorie che si scontrano inevitabilmente con la realtà in cui i nostri bambini e bambine sono immersi.
Alchemilla ha scelto di utilizzare alcuni strumenti digitali all’interno dei suoi progetti educativi perché crediamo che ci sia una via per un digitale che abilita processi educativi ricchi di contenuti, positivi e aperti verso il futuro di bambini e bambine, e che può fare da sponda ad alcuni principi in cui crediamo, ma prima di tutto al nostro obiettivo di dare voce alle nuove generazioni e offrire al mondo adulto l’opportunità per ascoltarla.
Pensiamo che esista un digitale gentile per l’infanzia e siamo orgogliosi di poter dire che il Cremit, ente dell’Università Cattolica che si occupa del digitale nei processi educativi, ha confermato, con la sua competenza specifica, che il digitale dei progetti di Alchemilla corrisponde a questa definizione.
Il digitale per noi è gentile quando non esclude l’esperienza fisica ma ne diventa parte. L’apprendimento più potente e significativo passa attraverso l’uso del corpo. Per questo i nostri percorsi prevedono laboratori da realizzare a scuola che mettono al centro l’esperienza teatrale e artistica, visite ai musei, l’utilizzo di libri illustrati… il digitale integra queste esperienze, non si sostituisce a loro, ed è strumento di processi in cui il corpo e la relazione sono protagonisti.
A creare questa forte connessione tra l’esperienza fisica e digitale c’è poi un universo narrativo comune e potentissimo, quello di Artoo, l’orso che ama l’arte e vive nella soffitta di un museo. All’interno della piattaforma e dell’app i bambini ritrovano quel mondo immaginario di cui fanno esperienza concreta attraverso le lettere fisiche che Artoo invia loro, i barattoli di vetro in cui l’orso raccoglie le loro voci… Questa attenzione permette al bambino di sperimentare in prima persona ciò che trova poi rappresentato nell’universo digitale.
Uno dei pericoli del digitale risiede nell’annullamento del corpo e nel distacco dalla realtà che ne consegue. Considerarlo invece uno strumento tra gli altri in una cassetta di attrezzi varia e articolata a supporto della creatività, è per noi un valore.
La seconda caratteristica per noi di un digitale gentile è la possibilità di essere autori e non solo spettatori. Il digitale può essere un alleato prezioso nello stimolare i bambini e le bambine ad esprimere il proprio punto di vista sul mondo. Il concetto di autore supera anche quello di attore, che presuppone un passaggio da passivo ad attivo ma comunque subordinato a qualcosa con una regia esterna all’individuo.
L’autoralità rende l’utilizzo degli strumenti digitali di Alchemilla “attivo” e mai “passivo”, e questo è fondamentale perché partiamo dall’obiettivo di creare partecipazione da parte dei più piccoli, ma vogliamo anche che siano attivi non solo come parte o tassello di uno scenario scritto da altri: speriamo in un mondo che dia loro spazio e che li sappia ascoltare come autori loro stessi.
Il digitale ha le caratteristiche per consentirci di dare a loro la possibilità di esprimersi, anche in età prescolare, attraverso audio e disegni, che raccogliamo sulle nostre piattaforme e che diventano una fonte di comprensione del pensiero “magico” dei più piccoli, creando quindi un mosaico di pensieri, percezioni, interpretazioni del mondo, tra i 3 e gli 8 anni.
Sull’applicazione di Artoo i bambini non solo registrano la loro voce ma la riascoltano, un momento sempre emozionante, e poi possono tagliare, eliminare o salvare parte di quello che hanno detto: proprio il lavoro di un regista o un autore, che loro saranno in grado di svolgere in autonomia, prevedendo che l’adulto svolga esclusivamente un ruolo di supervisione.
Inoltre, crediamo fortemente nella possibilità di un digitale non individuale ma collettivo/collaborativo.
Il “nostro” digitale, quello che abbiamo progettato, ci dà la possibilità di mettere l’accento su alcuni aspetti che sarebbero la norma in un cantiere fisico: la coordinazione degli sforzi, la collaborazione degli individui verso un fine comune e quindi la co-creazione, cioè il fatto di esprimere l’autoralità come collettivo e non solo come individui. Alla base del processo educativo del progetto Artoo c’è la cornice narrativa di un orso che chiede aiuto ai bambini e si mette in ascolto. La pratica dell’ascolto è centrale: far sentire la propria voce, presuppone che ci sia qualcuno in ascolto, un ascolto attento e sincero, un ascolto che ha cura di ciò che riceve. Questo lo fa sia Artoo, che conserva le voci nei barattoli, che i compagni e le compagne che imparano in questo processo ad attendere che l’altro si esprima con i propri tempi, le proprie risorse e le proprie difficoltà. Questa è una delle acquisizioni più preziose che le insegnanti ci restituiscono: l’aumento delle capacità di ascolto reciproco da parte dei bambini.
E, non meno importante, nel digitale che abbiamo immaginato i bambini e le bambine imparano ad esercitare il proprio potere sui contenuti che gli sono propri. Sono loro a decidere cosa salvare e inviare all’amico orso e cosa no. Sono loro che attraverso la pratica del riascolto diventano consapevoli dei contenuti di cui si fanno portatori. Avere controllo sui propri contenuti è un tema delicato che noi adulti conosciamo bene. Implica una questione di sicurezza che è importantissimo che i bambini imparino per gradi a comprendere. Per questo è cruciale l’utilizzo di strumenti ad ambiente “chiuso” e protetto come una app realizzata apposta per bambini, che può essere introdotta con supervisione e nelle modalità descritte fin qui nella fascia di età tra i 3 e gli 8 anni; cosa ben diversa sono l’utilizzo di Internet e dei social media (suggeriamo in bibliografia i riferimenti a una serie di articoli di Uppa sul tema) perché in quel caso si tratta di ambienti “aperti” non costruiti appositamente per bambini e con molti più rischi di entrare in contatto con contenuti non adatti.
Il digitale è uno strumento iper presente nella vita quotidiana dei bambini e delle bambine che ci guardano e ci vedono costantemente alle prese con dispositivi che spesso catturano la nostra attenzione in maniera totalizzante. Diventa allora prezioso anche per noi cogliere l’opportunità che ci offre il loro sguardo di interrogarci sulla strada migliore per farne un supporto positivo, che guardi al benessere, alle potenzialità, al futuro. Fare i conti con quello che esiste, senza mai perdere il nostro ruolo di autori e il nostro senso di potere sulla realtà. Questo è un dono che possiamo fare loro fin da piccoli: sostenere il loro sguardo critico, la loro consapevolezza e la loro fiducia nella possibilità di cambiare storie che non sono ancora scritte.
Francesca Gentile
Co-founder e referente Ricerca e sviluppo di Alchemilla
Bibliografia
3-6-9-12 Diventare grandi all’epoca degli schermi digitali
Serge Tisseron, a cura di Pier Cesare Rivoltella
https://www.cremit.it/libro-3-6-9-12-diventare-grandi-allepoca-degli-schermi-digitali/
Carta, forbici e app
Atelier creativi su immagini, suoni e colori per la scuola dell’infanzia
Centro Zaffiria
Alessandra Falconi
https://www.erickson.it/it/carta-forbici-e-app?default-group=libri
I nativi digitali non esistono
Educare a un uso consapevole, creativo e responsabile dei media digitali
di Cosimo Di Bari, pedagogista
Illustrazioni di Andrea Q
https://shop.uppa.it/products/i-nativi-digitali-non-esistono
Articoli Uppa sulla Media Education
https://www.uppa.it/educazione/media-education/